A cura di Cristina Assirelli, Counselor Professionista operatore del Centro di Ascolto Territoriale (C.A.T.) ASPIC.
Nella vita di tutti noi si alternano per natura, dei cicli legati all'età e anche ai nostri “ormoni”, quelle sostanze secrete dal nostro sistema endocrino che si gettano nel fiume della nostra circolazione sanguigna e che ci permettono anche di vivere.
Ognuno di questi ha specifiche funzioni e regola la nostra temperatura corporea, il battito cardiaco, la resistenza agli stimoli nervosi e neurovegetativi.
Questo cambiamento epocale è comune sia agli uomini che alle donne anche se con modalità e aspetti che possono essere differenti e ripercuotersi nelle varie sfere emotive della vita a seconda della personalità.
Cosa accade
La percezione del nostro corpo e la resa che abbiamo in ogni performance è segnata da bioritmi differenti, sia durante la veglia che durante il sonno, il quale se eccessivamente disturbato può finire per dare il via a disturbi dell'umore, dell’attenzione e della serenità.
Ovviamente non è scontato che l’iter sia omologato per tutte le donne o privo di risorse, anzi... alcune sono sollevate da non avere più il ciclo e iniziano a vivere a pieno il proprio corpo per l’avvenuta fine del ciclo mestruale e migliorano anche il rapporto con sè stesse e/o col proprio partner per la libertà che ne deriva, anche nella sfera intima.
Sotto il profilo fisico il parere di molti esperti converge su consigli che hanno a che vedere con l’attività fisica: “Durante la menopausa è altresì fondamentale l’esercizio fisico, dove per movimento si intende palestra, ma anche ballo, lunghe passeggiate a piedi o in bicicletta, aquagym, nuoto, pilates, ciclismo. L’attività fisica, richiedendo un maggiore apporto di ossigeno, favorisce la migliore funzionalità del sistema cardiocircolatorio” consiglia il Prof. Scambia, Direttore del dipartimento per la salute della donna, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma (Scambia, 2016).
Se invece ci rendiamo conto che questi eventi generano conflitti o disagi in noi o all'interno dell'equilibrio di coppia sappiamo di poter contare sull’ascolto di professionisti, tra cui il Counselor che in questo marasma di emozioni può, attraverso il colloquio, l’accoglienza e il rispecchiamento empatico, aiutarci a trovare delle risorse. “L’empatia può coinvolgere forme più complesse di comprensione interpersonale, come ad esempio la capacità di sentire e condividere l’esperienza dell’altro almeno per alcuni livelli” (Giusti, Locatelli, 2012).
Essendo quella dei 50/60 anni un’età di cambiamento sotto tutti questi punti di vista, si può affacciare alla coppia qualche difficoltà che tuttavia, potrebbe essere da stimolo per ritrovare una frequenza sulla quale sintonizzarsi. Questa “nuova centratura” può essere uno degli obiettivi su cui lavorare insieme.
Il turbinio di nuove emozioni potrebbe portarci a giustificare i nostri momenti di crisi, con la mancata comprensione da parte dell'altro, se la confusione e il mancato equilibrio di sempre ci portano a non avere più la serenità, forse è giunto il momento di fermarsi e di fare il punto della situazione anche con un professionista.
Il Counseling
Il Counseling può venire in aiuto anche laddove la nebbia emozionale, la difficoltà di percepirsi in una condizione fisica differente, l’umore altalenante, arrivino a disorientarci.
Al di là degli aiuti medici che sono spesso rilevanti e utili in questa fase per aggiustare la situazione organica, potrebbe essere utile, piacevole, rassicurante, prendere consapevolezza della nuova situazione soggettiva facendo il focus su se stessi e sulla percezione delle nostre emozioni, individuandole e dando loro un valore.
Il percorso di Counseling si prefigge un obiettivo che accoglie le esigenze e le richieste del cliente. Il Counselor potrà accompagnare il cliente attraverso l'accoglienza e l'ascolto attivo ad incrementare il dialogo interiore propositivo e la consapevolezza, migliorando la percezione delle proprie possibilità di miglioramento e consapevolezza. L’alleanza che si crea tra Counselor e cliente può aiutare a volgere lo sguardo verso nuovi obiettivi. In ASPIC infatti si definisce l’alleanza “come la costruzione di un ponte di fiducia (base sicura) che permetta al cliente di manifestarsi liberamente coinvolgendosi progressivamente (legame di attaccamento) per pianificare con impegno degli obiettivi graduali verso un traguardo realistico” (Giusti - Locatelli, 2012).
Sono questi gli obiettivi che si prefiggono gli operatori del Centro d’Ascolto Territoriale (CAT) dell’UPASPIC con i quali è possibile effettuare un percorso che prevede 5 incontri gratuiti, anche online.
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